Nel marketing e nella vendita B2B, c’è una verità spesso ignorata: non tutti i contatti meritano la tua attenzione. Aumentare il numero di lead non è sinonimo di crescita, se quei lead non si trasformano in clienti qualificati. Ecco perché creare il profilo del cliente ideale nel B2B è uno step imprescindibile per tutte le aziende di servizi che vogliono ottimizzare le proprie azioni commerciali e costruire un funnel realmente sostenibile.
Un ICP ben costruito (Ideal Customer Profile), infatti, consente di identificare con chiarezza i potenziali clienti più adatti e di migliorare ogni fase del processo di vendita: dalla selezione dei canali alla creazione dei contenuti, dalla gestione delle campagne, fino alla chiusura delle trattative.
In questa guida operativa, vedremo passo dopo passo come strutturare un profilo del cliente ideale (ICP) realmente efficace, strategico e misurabile, pensato per il mercato B2B.
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Cosa si intende per profilo del cliente ideale e perché è importante nel B2B
Creare il profilo del cliente ideale significa identificare chi trarrebbe il massimo valore dai tuoi servizi e che al contempo rappresenta per te un’opportunità concreta di crescita.
Un ICP ben costruito ti permette di evitare clienti non profittevoli, ridurre il tempo di chiusura delle trattative, personalizzare i contenuti commerciali e sviluppare relazioni durature efruttuose.
Nel B2B il profilo del cliente ideale include due livelli: l’azienda target (chi è il tuo cliente) e le persone chiave o Buyer Persona (chi prende decisioni, influenza o utilizza il servizio).
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Come definire l’azienda ideale
Per identificare l’azienda target è necessario adottare un approccio multidimensionale. La prima variabile riguarda le dimensioni aziendali, da valutare non solo in termini di fatturato, ma anche di numero di dipendenti, estensione geografica e sedi operative.
Il modello di business è un altro elemento centrale. Aziende B2B, B2C, SaaS, produttive o consulenziali hanno esigenze, processi decisionali e metriche di successo molto differenti.
Altro aspetto da considerare è lo stato evolutivo dell’azienda. Da questo punto di vista è necessario valutare se l’azienda è in crisi o sta affrontando sfide che puoi risolvere, se sta assumendo, se è in crescita e se, invece, è in fase di ristrutturazione.
Infine, è importante comprendere quali sono i bisogni aziendali, ovvero quali problemi sta cercando di risolvere l’azienda e quali sono le metriche che entrano in gioco nel processo decisionale.
Come definire le buyer persona
Una volta delineata l’azienda target, è fondamentale identificare le figure chiave coinvolte nel processo decisionale. In ambito B2B, le decisioni raramente sono individuali: coinvolgono una pluralità di ruoli, ognuno con propri obiettivi e leve motivazionali.
I quattro profili fondamentali da includere nel tuo ICP sono:
- L’Utente, che utilizzerà operativamente il prodotto o servizio;
- Il Buyer, responsabile dell’acquisto e della negoziazione;
- L’Influencer, che facilita o ostacola il processo e che può metterti in contatto le figure decisionali;
- Il Beneficiario, che ottiene vantaggi diretti dal tuo prodotto e/o servizio.
Per ciascuna figura, è utile mappare elementi come il dipartimento di appartenenza, la dimensione del team, il ruolo e le responsabilità in azienda, la posizione nella gerarchia interna, gli interessi professionali, il grado di istruzione e la qualifica (job title).
Inoltre, per costruire contenuti realmente pertinenti, è necessario immedesimarsi nella loro quotidianità e capire quali sono le attività principali che svolgono, che strumenti utilizzano, quali sfide ricorrenti affrontano, che tipo di contenuti consumano, quali KPI vengono monitorati nel loro lavoro, per quali metriche di successo potrebbero ricevere una promozione e quali competitor cercano di vendergli i tuoi stessi prodotti o servizi. Rispondere a queste domande permette di generare insight utili per la personalizzazione del messaggio e per l’identificazione dei “trigger” decisionali, ovvero cosa spinge all’acquisto i decisori.
Per individuare questi trigger è fondamentale partire dai dati che già possiedi. Un’analisi approfondita del tuo CRM può fornire indicazioni preziose, aiutandoti a individuare i tratti comuni dei clienti più redditizi e fidelizzati. Osserva chi ha generato il maggior valore economico, chi ha concluso la trattativa più velocemente, quali servizi sono stati scelti con maggiore frequenza e chi ha mantenuto una relazione duratura nel tempo.
Questi segmenti ti permetteranno di estrarre pattern ricorrenti come le esigenze che li hanno spinti ad acquistare, la configurazione aziendale che presentavano, chi ha effettivamente preso la decisione e con quali criteri e le competenze che avevano i decision maker.
Esempio di Buyer persona nel B2B
Per chiarire cosa intendiamo con la creazione di un profilo di cliente ideale nel B2B, di seguito riportiamo una tabella di esempio semplificata di buyer persona nel Business to Business.
Nome | Luca |
Ruolo | Responsabile IT |
Necessità urgenti | Digitalizzare i processi, sostituire soluzioni frammentate come Excel con strumenti scalabili, sicuri e più integrabili con l’infrastruttura IT esistente |
Risultati attesi | Automatizzare la raccolta e la gestione dei dati, garantire coerenza e sicurezza nelle informazioni aziendali, migliorare il monitoraggio delle performance |
Barriere all’ingresso | Soluzione difficile da integrare con i sistemi esistenti, troppo complessa per gli utenti interni o con tempi lunghi di adozione |
Criteri decisionali | Compatibilità con le soluzioni già presenti, semplicità di utilizzo, supporto tecnico affidabile, possibilità di confronto con altri utenti o referenze |
Fonti di informazione | Articoli di settore, eventi fieristici, ricerche su Google, community professionali (es. LinkedIn), comparatori di soluzioni e pagine prodotto ufficiali |
Trigger d’interesse | Pubblicità su testate economiche, LinkedIn Ads, contatto commerciale diretto, partecipazione a eventi di settore |
Leggi anche: B2B lead generation: i tools fondamentali da utilizzare
Identificare il profilo dell’anti-cliente ideale
Per aiutarti a capire chi è il tuo cliente ideale puoi partire anche con il definire chi, invece, non lo è.
“L’anti-cliente ideale” è quel tipo di azienda o interlocutore che, sebbene inizialmente possa sembrare interessante, nel tempo si rivela poco allineato con la tua proposta di valore, assorbendo risorse senza generare ritorni concreti.
Tipicamente, si tratta di clienti che non percepiscono realmente il valore del tuo servizio, non hanno un bisogno specifico che tu possa risolvere oppure non condividono la tua visione strategica. Il risultato è una relazione commerciale caratterizzata da incomprensioni, richieste fuori ambito, bassa soddisfazione e, molto spesso, una rottura prematura del rapporto.
Per identificarli con precisione, l’analisi del tuo CRM è lo strumento più efficace. Cerca le aziende che hanno mostrato cicli di vendita particolarmente lenti, con trattative prolungate ma senza esito, i clienti che hanno generato contratti di valore troppo basso rispetto all’effort richiesto, quelli con alto tasso di abbandono, quelli che hanno richiesto uno sforzo di accounting e assistenza sproporzionato o, ancora, quelli che hanno mostrato un basso coinvolgimento, scarso entusiasmo o insoddisfazione costante.
Isolare questi segnali ti permette di affinare il tuo processo di qualificazione, evitando di replicare dinamiche non sostenibili. Conoscere il tuo anti-cliente è un atto di consapevolezza strategica: ti consente di focalizzare le risorse su prospect realmente in linea con la tua proposta di valore, migliorando la redditività e la qualità complessiva del tuo portafoglio clienti.
In definitiva, creare il profilo del cliente ideale perfetto nel B2B è un’operazione importantissima, ma è solo la base di una buona lead generation. Per rendere questa davvero efficiente è necessario anche costruire dei funnel di vendita realmente performanti e mettere in piedi campagne di marketing e azioni commerciali orientate ai risultati. Inoltre, la creazione di un profilo cliente ideale non è un’operazione una tantum, si tratta, invece, di un processo continuo che si aggiorna con l’evoluzione del mercato, dell’offerta e dei comportamenti dei decisori.
Per un’azienda che opera nel B2B e già impegnata nelle proprie attività aziendali, può essere decisamente difficoltoso fare tutto questo da sola. Come se ciò non bastasse, la creazione del profilo di cliente ideale e le relative attività di marketing correlate richiedono conoscenze e competenze specifiche e non improvvisabili. Il rischio è generare una dispersione del budget senza ottenere il minimo risultato
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