Il modello Business to Business (B2B) rappresenta oggi una delle colonne portanti dell’economia globale. In questo tipo di commercio, le aziende non si rivolgono al consumatore finale, ma si interfacciano tra loro, instaurando rapporti basati su logiche industriali, tecnologiche e commerciali complesse.
Dalla manifattura alla distribuzione, dal digitale alla logistica, il B2B è un ecosistema dinamico che richiede standard rigorosi e strumenti digitali all’avanguardia.
In questo articolo vedremo che cosa significa B2B, nel dettaglio, e quali sono i suoi ambiti applicativi e gli standard qualitativi.
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Che cosa significa B2B
L’acronimo B2B sta per “Business to Business” e indica una relazione commerciale che avviene esclusivamente tra aziende. In questo tipo di interazione, sia il venditore che l’acquirente sono imprese: non si parla quindi di vendita al dettaglio o al consumatore finale, come nel caso del B2C (Business to Consumer), né di rapporti con enti pubblici come nel B2G (Business to Government).
Il B2B si fonda su logiche specifiche: la decisione d’acquisto è spesso più lenta e mediata, i volumi sono maggiori, e le trattative si basano su criteri razionali più che emozionali. Il valore percepito non è immediato ma costruito sulla fiducia, sull’efficienza dei processi e sulla qualità del servizio.
Al centro di una relazione B2B vi è la co-produzione: le aziende acquistano beni o servizi che integrano nei propri processi produttivi, nella propria catena di fornitura o nel proprio sistema di offerta. Questo determina una continuità nei rapporti, spesso basata su contratti di lunga durata, partnership strategiche e forniture ricorrenti.
Un ulteriore elemento distintivo è la complessità organizzativa: a decidere non è mai una singola persona, ma un comitato o più dipartimenti aziendali (acquisti, marketing, tecnico, direzione).
Ecco perché le strategie di vendita, in questo contesto, devono quindi tener conto di dinamiche interne articolate e decisioni di acquisto distribuite nel tempo.
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Ambiti applicativi del mercato B2B
Il B2B trova applicazione in una vasta gamma di settori e contesti produttivi. Dai giganti della logistica alle piccole aziende artigiane, passando per software house, industrie meccaniche, fornitori di servizi digitali e consulenze professionali, l’universo B2B è estremamente variegato.
Uno degli aspetti centrali di questo mercato è la digitalizzazione dei processi. Negli ultimi decenni, il B2B ha conosciuto un’evoluzione tecnologica importante, con l’introduzione di strumenti capaci di ottimizzare l’intera catena di approvvigionamento o supply chain. In particolare, tre sono i pilastri operativi che governano il mercato B2B digitale: eProcurement, eSupply e eSupply Chain Collaboration. Analizziamo in dettaglio ciascuno di questi.
eProcurement
Il termine eProcurement indica l’insieme di strumenti digitali utilizzati dalle imprese per gestire i propri approvvigionamenti. Questo sistema consente di svolgere online tutte le fasi dell’acquisto: dalla ricerca di nuovi fornitori alla gestione di gare d’appalto, dalla negoziazione dei contratti all’acquisto ricorrente di beni e servizi tramite cataloghi digitali (eCatalog).
Due le componenti fondamentali:
- eSourcing: riguarda la selezione dei fornitori, la raccolta delle offerte e l’esecuzione delle negoziazioni.
- eCatalog: permette l’acquisto diretto di prodotti e servizi periodici già contrattualizzati.
Questi strumenti portano un doppio vantaggio: riduzione dei costi d’acquisto e maggiore produttività nella gestione delle forniture.
eSupply
L’eSupply riguarda tutti i processi che accompagnano il ciclo ordine-fattura. In questa categoria rientrano le attività logistiche, amministrative, contabili e commerciali che consentono di gestire gli ordini in modo fluido, dal momento dell’invio fino alla fatturazione e al pagamento.
Digitalizzare l’eSupply significa semplificare le operazioni, ridurre gli errori e aumentare la velocità del ciclo commerciale. Un elemento decisivo per la competitività nei mercati internazionali.
eSupply Chain Collaboration
L’eSupply chain collaboration si riferisce a tutte le attività collaborative tra cliente e fornitore rese possibili dalle tecnologie digitali con l’obiettivo di rendere l’intera catena di approvvigionamento più efficiente e reattiva.
Le principali applicazioni includono:
- Monitoraggio in tempo reale delle scorte e delle spedizioni;
- Pianificazione congiunta delle produzioni;
- Co-sviluppo di nuovi prodotti;
- Introduzione di innovazioni condivise lungo tutta la supply chain.
Grazie a queste forme di collaborazione evoluta, le imprese riescono ad anticipare i bisogni del mercato, ridurre gli sprechi e accrescere la competitività reciproca.
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Gli standard qualitativi del B2B
Nel contesto del B2B digitale, è fondamentale che i sistemi informatici di aziende diverse riescano a dialogare tra loro in modo sicuro, standardizzato e tracciabile. Per questo motivo, negli anni si sono affermati numerosi standard internazionali pensati per uniformare la comunicazione elettronica tra imprese. Vediamo quali sono.
UN/EDIFACT
Lo standard UN/EDIFACT (United Nations/Electronic Data Interchange for Administration, Commerce and Transport) è uno dei più diffusi al mondo per lo scambio di dati EDI (Electronic Data Interchange). Si tratta di un formato approvato dalle Nazioni Unite e sviluppato per favorire la comunicazione elettronica tra aziende, amministrazioni e soggetti economici attraverso canali sicuri, come le VAN (Value Added Network).
Grazie allo UN/EDIFACT, è possibile trasmettere in modo standardizzato documenti commerciali come ordini, bolle di consegna, fatture elettroniche. Negli anni, lo standard si è evoluto verso soluzioni più moderne come il Web-EDI, integrabile anche con browser tradizionali, e protocolli come HTTPS, AS2 e PEC.
ANSI ASC X12
L’ANSI ASC X12 è lo standard americano per l’EDI (Electronic Data Interchange), sviluppato dall’American National Standards Institute. Rappresenta uno degli standard più usati negli Stati Uniti per lo scambio di dati strutturati tra aziende in settori come sanità, finanza, assicurazioni, trasporti e supply chain.
Inoltre, integra linguaggi come XML e architetture avanzate come CICA (Context Inspired Component Architecture), permettendo di modellare processi aziendali complessi attraverso strutture flessibili e interoperabili.
Il comitato ASC X12 coinvolge centinaia di aziende e tecnici, impegnati nel mantenere e aggiornare lo standard secondo l’evoluzione delle esigenze del mercato globale.
GS1 US (ex RosettaNet)
GS1 US, infine, è un consorzio senza scopo di lucro nato per sviluppare standard nei processi di scambio commerciale tra imprese. Tra i suoi contributi più noti figura l’introduzione del codice a barre nel 1974, ancora oggi elemento fondamentale per il tracciamento dei prodotti lungo tutta la filiera.
Lo standard GS1 si fonda su identificatori univoci, codifiche elettroniche e protocolli di interoperabilità pensati per migliorare la visibilità dei processi logistici. Ad oggi, GS1 coinvolge aziende leader nei settori informatici, elettronici, dei semiconduttori e delle telecomunicazioni, che cooperano per definire regole comuni nel linguaggio dell’e-business.
In un ecosistema così competitivo e articolato, è chiaro che non sia sufficiente avere un buon prodotto o servizio: occorre riuscire a raggiungere il giusto interlocutore nel momento esatto del suo percorso decisionale. Ed è proprio qui che entra in gioco la Lead Generation B2B. Per convertire contatti in opportunità commerciali concrete serve una strategia precisa, fondata su dati affidabili, strumenti efficaci e una conoscenza approfondita del proprio pubblico di riferimento.
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